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I bias sono come le regole nascoste di un gioco che tutti giochiamo, senza rendercene conto. Non possiamo eliminarli, ma possiamo imparare a riconoscerli per giocare meglio e prendere decisioni più consapevoli.
Federica Tozzi - Onoblo
Ed è proprio con il gioco che Federica Tozzi ha guidato con maestria le persone alla scoperta di come bias, stereotipi e pregiudizi possano influenzare la percezione degli altri e di noi stessi. Fra una risata e l’altra i partecipanti si sono trovati ad assumere posizioni diverse senza saperlo, ad adottare comportamenti di reazione o adattamento ad una realtà circostante che li definiva e trattava secondo schemi prestabiliti. “non è vero che sono adattabile… ma se me lo dicono continuamente allora vorrà dire che adesso devo esserlo”.
Scardinare il modo in cui qualcuno interagisce con una persona può avere effetti e cambiare completamente il suo modo di agire.
Giocando insieme abbiamo imparato a riflettere e accettare. Perché sui bias non c’è molto da fare, restano istinti veloci, automatici, cresciuti con noi. Possiamo però imparare a conoscerli, farceli amici, comprendere noi stessi nel comprendere loro. Possiamo esercitare il bilanciamento del sistema 1 del nostro cervello, quello veloce ed impulsivo, con il sistema 2, quello più riflessivo.
I bias sono automatismi ma gli stereotipi presuppongono una certa consapevolezza e i pregiudizi trasformano concetti in azioni. Spesso possiamo noi stessi combattere stereotipi pur avendo bias che li avvalorino. Sistema 1 e sistema 2 che vanno in direzioni diverse.
Diventa allora chiave di volta imparare a comprenderci, rallentare e con curiosità indagarsi sui processi che stiamo seguendo internamente.
E come nello storico stile delle commedie italiane, ridendo si riflette. Nella leggerezza della serata trascorsa insieme si nasconde una profondità che va oltre la semplice autocomprensione. Un messaggio che promette di aiutare a comprendersi e a comprendere. Un insegnamento che ha la potenzialità di creare persone in grado di guardare in modo diverso i comportamenti che ci circondano.
A ciascuno il compito, se vorrà, di esplorare quali bias ha fra la miriade di quelli che esistono. A ciascuno l’opportunità di conoscersi meglio, fra le sensazioni provate giocando, e le nuove informazioni ricevute.
Questa seconda serata al Maneki Studio ha trattato temi profondi con leggerezza, in linea con la visione dello studio, portando ad esplorare il mondo secondo nuove prospettive, un po’ come la stessa fotografia spinge spesso a fare.
Articolo di: Dora Biondani
Foto e Video: Carolina Zorzi